ROCCANTICA, perplessità

Falesie - Crags

Sezione tutta dedicata a commenti, racconti, domande, informazioni sulle Falesie sparse in Italia e nel mondo.


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aggredilo ha scritto:
Buzz ha scritto:
insomma...
non sarà magari che critichiamo la psittatura perchè andiamo su vie al di sopra del nostro livello?

🙄

Ma non si era detto che la lingua di questo forum era l'italiano?

Scherzi a parte, capisco il tuo discorso ed in parte lo condivido, però che palle scalare sempre sul prorpio livello, a volte ci piacerebbe osare e quando si osa sarebbe bello essere un po' più tranquilli; ricordiamoci poi che il principiante osa nel 90% dei casi dato che, inquanto principiante, non ha esperienza- ^

Che fai di mestiere il correttore di bozze? 😈 per due lettere invertite...
...

Chi nega che si debba osare?
Questo non l'ho detto e nemmeno è implicito nel mio discorso.

Quello che ho detto è che a volte bisogna riconoscere i propri limiti, prima di criticare gli altri.

Non ho detto nemmeno che sia questo il caso.
Ho parlato solo per esperienza personale.

Mi è capitato di fare vie lunghe in francia dove se il grado max della via era 5b, trovavi una spittatura ravvicinata su questo grado e più lunga sul IV fino a 1 spit ogni 10 metri dul III.

Ma se poi andavi su una via il cui grado max era 6b-c allora lo spit ogni 10 metri lo trovi sul 5b-c ... ok?

E questo è abbastanza normale. Ed è giusto secondo me.

Poi se vai in altre zone (svizzera per esempio) 4-5 spit su 40 metri sono la norma.

Lo spit (la mancanza dello) non fa il grado e non fa nemmeno il livello dell'arrampicatore.

Se vai su certe vie devi avere il livello e la testa per andarci.

Oddio, nessuno ti impedisce di andarci ma poi non perndertela con chi ha chiodato se quando sei a 7 metri sopra l'ultima protezione l'altra la vedi ancora distante.

Insomma, e la finisco qui, la chiodatura di una falesia fa parte della particolarità del luogo, e a volte non solo la chiodatura ma anche i gradi (non sarà giusto ma è così). Va semplicemente accettata per quello che è, al pari della diversità della roccia, calcare, dolomia, arenaria, gneiss, serpentino, graniti... , ti impone ridimensionamenti, ti impone di prenderci confidenza, ti impone attenzione.

Tutto ciò fa parte del gioco.

Perchè mai tutto dovrebbe essere esattamente come pensiamo che dovrebbe essere?

26/10/04 @ 15:56:00
 
 
   

Citazione:
insomma...
non sarà magari che critichiamo la psittatura perchè andiamo su vie al di sopra del nostro livello?

Secondo me, l'essenza dell'arrampicata "sportiva" è provare vie sopra il proprio livello per innalzare il limite, altrimenti non parliamo di arrampicata sportiva ma di alpinismo, tanto di cappello ma è un'altra disciplina.

26/10/04 @ 16:00:07
 
 
   

Heinz ha scritto:
Con un spit sotto quel terrazzino (che metterò), la via sarebbe sicura per tutti.

non volevo instaurare un processo al povero coniglio... 😖

cmq heinz, quando vai a mettere lo spit sotto quel terrazzino chiamami che vengo a farti sicura :mrgreen:

26/10/04 @ 16:05:28
 
 
   

Heinz ha scritto:
Citazione:
insomma...
non sarà magari che critichiamo la psittatura perchè andiamo su vie al di sopra del nostro livello?

Secondo me, l'essenza dell'arrampicata "sportiva" è provare vie sopra il proprio livello per innalzare il limite, altrimenti non parliamo di arrampicata sportiva ma di alpinismo, tanto di cappello ma è un'altra disciplina.

portati la scala la prossima volta

26/10/04 @ 16:10:50
 
 
   

io invece ho fatto nikita 7a+ appena arrivato...avevo talmente tanta voglia di farla che nella fretta mi sono dimenticato di mettere le scarpette e l'imbrago, e quindi non ho notato se la spittatura era buona o meno :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
la prox volta che la faccio controllo...

26/10/04 @ 16:47:45
 
 
   

Buzz ha scritto:
portati la scala la prossima volta

:grat:

26/10/04 @ 17:02:38
 
 
   

GherardRosenthal ha scritto:
Buzz ha scritto:
portati la scala la prossima volta

:grat:

Forse ho capito...

La scala serve per mettere lo spit giusto?

26/10/04 @ 17:08:09
 
 
   

Innanzi tutto, mi fa piacere rivedere buzz fra noi. 😉
Volevo solo intervenire anche io in questo dibattito, che non è altro il solito eterno dibattito su gradi e spit; in pratica sul sesso degli angeli. Non esisterà mai nessuno in grado di dare delle regole universali per la chiodatura e la gradazione; men che meno a degli anarchici convinti di avere la verità assoluta, come i climbers.
Nonostante la mia pippagine sono molti anni che frequento falesie ed in questa mia frequentazione ho imparato che ogni luogo ha almeno, e sottolineo almeno, un tipo di chiodatura e gradazione legati a chi ha aperto le vie.
Possiamo criticarle, ma alla fine quello è... In fin dei conti siamo ospiti e dobbiamo adattarci, altrimenti arrivederci e grazie.
Quindi, esperti o no, bisogna informarsi prima sul tipo di falesia in cui andremo (finale gradi stretti, sardegna gradi larghi, sperlonga spittatura boina e roccia ottima...etc) e, comunque, la prima volta che ci andremo sarà sempre una 'avventura' (le virgolette sono d'obbligo, perchè la vera Avventura è un'altra). Dovremo capire il tipo di tecnica, la logica della chiodatura, la 'tenenza' delle prese etc. e tutto questo rende emozionante l'arrivo in catena.
Ma, nello stempo, praticando uno sport 'pericoloso', dobbiamo essere coscenti dei propri limiti e capire quando è il momento di ritirarsi. Non è un dramma lasciare qualcosa in parete in cambio dell'incolumità fisica.
E capire questo secondo me è fondamentale per riportare a casa la pellaccia. ^
Se sono un principiante mi farò consigliare da qualcuno più esperto di me una falesia con chiodatura sicura anche sulle vie facili (ce ne sono, ce ne sono).

Augh! Ho parlato. 😁

26/10/04 @ 18:29:40
 
 
   

marcodp ha scritto:
Innanzi tutto, mi fa piacere rivedere buzz fra noi. 😉
Volevo solo intervenire anche io in questo dibattito, che non è altro il solito eterno dibattito su gradi e spit; in pratica sul sesso degli angeli. Non esisterà mai nessuno in grado di dare delle regole universali per la chiodatura e la gradazione; men che meno a degli anarchici convinti di avere la verità assoluta, come i climbers.
Nonostante la mia pippagine sono molti anni che frequento falesie ed in questa mia frequentazione ho imparato che ogni luogo ha almeno, e sottolineo almeno, un tipo di chiodatura e gradazione legati a chi ha aperto le vie.
Possiamo criticarle, ma alla fine quello è... In fin dei conti siamo ospiti e dobbiamo adattarci, altrimenti arrivederci e grazie.
Quindi, esperti o no, bisogna informarsi prima sul tipo di falesia in cui andremo (finale gradi stretti, sardegna gradi larghi, sperlonga spittatura boina e roccia ottima...etc) e, comunque, la prima volta che ci andremo sarà sempre una 'avventura' (le virgolette sono d'obbligo, perchè la vera Avventura è un'altra). Dovremo capire il tipo di tecnica, la logica della chiodatura, la 'tenenza' delle prese etc. e tutto questo rende emozionante l'arrivo in catena.
Ma, nello stempo, praticando uno sport 'pericoloso', dobbiamo essere coscenti dei propri limiti e capire quando è il momento di ritirarsi. Non è un dramma lasciare qualcosa in parete in cambio dell'incolumità fisica.
E capire questo secondo me è fondamentale per riportare a casa la pellaccia. ^
Se sono un principiante mi farò consigliare da qualcuno più esperto di me una falesia con chiodatura sicura anche sulle vie facili (ce ne sono, ce ne sono).

Augh! Ho parlato. 😁

Molto saggio, molto saggio...
Non mi trovi tuttavia daccordo sul fatto di essere ospite in una falesia semplicemente perchè l'ha chiodata qualcun altro.
E' come dire che la luna è degli americani perchè ci sono arrivati per primi!
Allora che bisognerebbe fare? Lasciare tutto com'è finchè il tempo e la salsedine non avranno sgretolato i chiodi e gli spit?
In linea generale sono anch'io dell'idea di dover rispettare al massimo la linea e la chiodatura scelti dal primo ed in effetti poco m'importa del dibattito sui gradi, ma se qualche piccola modifica può effettivamente rendere più sicura una via "facile" sulla quale si possono facilmente cimentare dei pricipianti che male c'è?
E' sicuramente più facile trovare un idiota che cerca a tutti i costi di suicidarsi su un 5c che non su un 6° grado, e se ci riesce che succede alla falesia?


Basta vado in palestra...

26/10/04 @ 19:16:43
 
 
   

Premesso che sono totalmente d'accordo con marcodp,
vorrei rispondere alla replica.

Un conto è sostituire uno spit pericoloso, o anche richiodare la via perchè ormai obsoleta.
Un altro è aggiungere o togliere a piacimento protezioni e, a questo punto, perchè no? , prese, appigli, appoggi...

In alpinismo, da cui l'arrampicata deriva, si è sempre cercato di rispettare la proprietà intellettuale sulla via dei primi salitori.
L'alpinismo è un'attività libera, senza regole, però, anche se oggetto di accanite discussioni in tutte le epoche, ha alcuni principi etici.

Uno dei principi etici è sicuramente quello che non è bello modificare ciò che ha fatto un altro.

Questo può essere anche molto discutibile, e infatti porta ad infinite diatribe, però esiste questo puto di vista e va preso in considerazione.

Questo per dire che se mentre sei li a ravanare aggiungendo spit lungo una via arriva qualcuno e si incazza e/o il giorno dopo li trovi segati...
beh puoi aspettartelo...

Anche in falesia.
Ci sono vie in falesia che sono "storiche", che significano qualcosa per qualcuno. Qualcuno che magari non gradirebbe vederle storpiate, azzerabili, per esempio.

Perchè, parliamoci chiaro, il "pelo" fa parte dell'arrampicata....

altrimenti si arrampicherebbe solo con corda dall'alto e festa finita.

La spittatura non fa grado, ma la testa si!
fa la tua percezione del grado! quello soggettivo.

Tutti salgono un II-III a tre metri da terra... fallo con 300 metri di vuoto sotto. (questo per estremizzare il concetto e renderlo ovvio) poi mi dici come ti senti.

Ora magari a roccantica a nessuno frega nulla.
ma prova a fare lo stesso tuo discorso in qualche altro centinaio di falesie in italia.

Prova a portarti il piantaspit a Ceuse, o in Verdon 😊
(che servirebbe ... altro che!)

Come diceva Marco, l'avventura dell'arrampicata è anche questa.
Umiltà, ci vuole.
Si va in falesie nuove e ci si prepara psicologicamente a prendere bastonate. A calarsi sui IV quando a casa tua fai il 6b.

Se accetti il gioco, ti diverti di più.

27/10/04 @ 10:18:10
 
 
   

Non, so, veramente sono molto combattuto, nel senso che le argomentazioni di Buzz, sicuramente hanno una loro logica chiara, ed in parte mi convincono anche. Però non posso non notare che l'arrampicata da 20 anni a questa parte sta cambiando "dimensione".

Volenti o nolentista diventando uno sport di massa, da qualche migliaio di praticanti si è passati a circa 300.000, gli arrampicatori non sono più solo pochi pioneri coraggiosi e anche sulla consapevolezza c'è da dire:
Solo a Roma esistono una decina di palestre e ancor più corsi all'aperto, tutti questi soggetti giustamente fanno promozione e presentano l'arrampicata come un'attività oggettivamente sicura. E' con questa convinzione che, dopo 2 mesi di corso, migliaia di principianti vanno sulle falesie. Non sono riuscito a trovare delle statistiche affidabili sugli incidenti in arrampicata (ne ho trovate per alpinismo ed escursionismo) ma da quel poco che ho visto con i miei occhi, temo siano in forte aumento. Ora non so se giovi a qualcuno che gli incidenti aumentino, secondo me no.
Credo, senza voler fare polemiche e sempre con la gratitudine di poter scalare anche grazie a loro - ma un trapano e qualche tassello di acciaio se lo possono permettere tutti, non esageriamo troppo nemmeno sull'altruismo, quella è parola grossa da usare con cura-, che i chiodatori originali dovrebbero prendere atto delle modificazioni del fenomeno e accettare modifiche agli itinerari più semplici.

Il discorso sulle falesie storiche è giusto ( ma non per roccantica), un conto è sperlonga o il verdon, estendere poi questo criterio "conservativo" a tutti i sassi su cui qualcuno abbia infisso un chiodo boh, mi sembra un discorso integralista (e ingiusto).

Comunque vabbè niente chiodo su il coniglio, mi limiterò a non scalarci più, sperando che qualcuno non ci si ammazzi e che il sindaco di roccantica non metta un bel divieto di arrampicata.

Porterò la mia scala a Pioli da qualche altra parte, magari quest'inverno sul Gran Sasso o quest'estate sullo spigolo nordovest della Grivola.

Chiedo scusa se faccio arrabbiare le persone ma io sono nato con la provocazione nel sangue.

27/10/04 @ 13:14:22
 
 
   

Ecco lo sapevo!!
Heinz, hai visto che hai combinato?!? :?

Rispondo rapidamente a gherard.
E' ovvio ed auspicabile riattrezzare vie con protezioni vecchie e pericolose.
Ma, secondo me, se non sei l'apritore dovresti conservare il tipo di chiodatura. Se non altro per rispetto.
Ripeto, è una mia opinione ed in quanto tale opinabile, ma una via è l'opera di qualcuno ed in quanto tale va rispettata.
Ciò non toglie che tutto possa essere migliorato, ma trovo meno violento parlarne prima con chi ha pensato e realizzato la via ed insieme a lui decidere come farlo, piuttosto che armarmi di trapano e spit.
E' questo che intendevo col fatto di sentirmi ospite. ^

Per migliorare il mio grado in sicurezza poi, vado in palestra. In falesia è un altro gioco. Ed in montagna un gioco ancora diverso (questo è per aggredilo).

27/10/04 @ 13:26:49
 
 
   

Sono stato un po' lento a scrivere l'altro post e m'ero perso questo di heinz.

Heinz ha scritto:
Solo a Roma esistono una decina di palestre e ancor più corsi all'aperto, tutti questi soggetti giustamente fanno promozione e presentano l'arrampicata come un'attività oggettivamente sicura. E' con questa convinzione che, dopo 2 mesi di corso, migliaia di principianti vanno sulle falesie. Non sono riuscito a trovare delle statistiche affidabili sugli incidenti in arrampicata (ne ho trovate per alpinismo ed escursionismo) ma da quel poco che ho visto con i miei occhi, temo siano in forte aumento.

Questo è un altro bell'argomento.
Ma durante questi corsi quanti istruttori si prendono la briga di spegare le regole del gioco? Quanti perdono un po' di tempo per spiegare che arrampicare non è come giocare a tennis?


Heinz ha scritto:
Credo, senza voler fare polemiche e sempre con la gratitudine di poter scalare anche grazie a loro - ma un trapano e qualche tassello di acciaio se lo possono permettere tutti, non esageriamo troppo nemmeno sull'altruismo, quella è parola grossa da usare con cura-, che i chiodatori originali dovrebbero prendere atto delle modificazioni del fenomeno e accettare modifiche agli itinerari più semplici..

Secondo me non è possibile rendere 'sicura' una falesia. E' già difficile rendere sicura una palestra di arrampicata!
E ripeto, secondo me non è questione di uno spit in più.

Heinz ha scritto:
Il discorso sulle falesie storiche è giusto ( ma non per roccantica), un conto è sperlonga o il verdon, estendere poi questo criterio "conservativo" a tutti i sassi su cui qualcuno abbia infisso un chiodo boh, mi sembra un discorso integralista (e ingiusto).
Altra discussione sul sesso degli angeli. E chi decide se una falesia è storica o no?
Secondo me, come ho detto nell'intervento precedente, basterebbe un po' di rispetto. Si parla con che ha chiodato e si giunge ad un compromesso se possibile.
Se il chiodatore non c'è più (pace all'anima sua :cry: ) io, e ripeto io, lascerei tutto com'è, cambiando cioè il 'pezzo', ma, se possibile, lasciandolo nello stesso posto dove era stato messo... sempre per rispetto.

27/10/04 @ 13:49:17
 
 
   

Il concetto di "sicurezza".

Io non vorrei essere retorico sparando la famosa frase per cui la "sicurezza è un problema soggettivo" ovvero dipende da noi e non dalle condizioni esterne.

Però è di fatto così.

La sicurezza è data dalla consapevolezza di saper fare le cose giuste al momento giusto. E non arrischiarsi a fare le cose di cui non si ha certezza.

E' vero che ci si fa male sui campi da tennis, sui campi di calcetto, o in tanti altri sport, ma è anche vero che l'arrampicata, per sua natura, è potenzialmente un gioco mortale.

Molto più del calcetto, del tennis, dell'equitazione...

Vero è che se si sanno fare alcune semplici cosette e si sta concentrati, il rischio è veramente basso, tuttavia ti assicuro che basta poco, pochissimo per rischiare la pelle.

Per esperienza diretta posso assicurarti che un piccolo errore può avere conseguenze devastanti.

La nostra società vive sul concetto di sicurezza.
Sicurezza sul lavoro, sicurezza sulle strade, sicurezza nei palazzi, sicurezza.... ovunque.
Nel frattempo ci ammazzano in molti modi diversi con l'aria che respiriamo, con quello che mangiamo... ma questo è un altro discorso...

Se vogliamo essere sinceri, si rischia di farsi male cadendo nell'avvicinamento a sperlonga mentre si va dalle placche di re artù a zanzibar... si può cadere giù per il primo settore della "signora delle maniglie",
si rischia di cadere quando si va verso il paretone, passando sopra il mercatino delle pulci...

si rischia di cadere e farsi male quando a ferentillo si sale verso il balcone...

(e potrei citarti qualche decina di posti del genere)

che vogliamo fare?
ci mettiamo dei parapetti?

dei mancorrente?

corde fisse?

mi pare di poter dire di no, giusto?
stai attento, concentrato e cerchi di non fare lo scemo proprio mentre passi sui cengioni
la tua sicurezza è tutta li e non è poco.

e così su una via
non devi pensare che la spittatura sia a prova di bomba "per principio" che una lama di roccia non possa staccarsi,
che un cordino sia per forza buono.

l'arrampicata è uno sport sicuro ma non perchè lo sia oggettivamente,
lo è perchè chi lo pratica ha coscienza dei pericoli che si corrono e li previene,con la giusta attrezzatura, con le giuste tecniche, e, soprattutto, con la dovuta attenzione.

Se sulla via del coniglio (ma a me pare peggio quella accanto a sinistra veramente) cmq ti porti un bel chiodo e ce lo pianti, probabilmente nessuno avrà nulla da ridire...
😜

😃
ehm ma perchè si chiama "via del coniglio"...?

27/10/04 @ 14:42:32
 
 
   

Buzz ha scritto:
😃
ehm ma perchè si chiama "via del coniglio"...?

GRANDEEEEEE!!!!!!

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

27/10/04 @ 14:56:53
 
 
   
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