Panta Rei



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Descrizione

Dopo un mese dall’apertura e richiodatura della Nuova via Andrea e Paolo, alla rocca du Fo’, nell’Appennino ligure, Ernesto Dotta e Christian Roccati si sono trovati a realizzare un nuovo progetto che, come altri, avevano in serbo da tempo. Una porzione della parete nord della Rocca di Perti era ancora inesplorata, ed una linea naturale evidente già aveva catturato l’attenzione di entrambi. Ernesto era per altro reduce dal grande lavoro effettuato con gli altri componenti del team Vecchie Beline, suoi compagni, che sulla stessa parete aprirono, negli anni precedenti, una serie di splendide linee. Le stesse erano state ripetute e manutenute, una dopo l’altra, pochi mesi prima di Panta Rei.
La linea in progetto è stata individuata, ripulita, attrezzata a più riprese, tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, ed infine denominata “Asini nella notte”. Una parte dei lavori son avvenuti in concomitanza ad alcune ricorrenze relative alla vita, ed alla dipartita, di “Dino” Dotta, padre di Ernesto. Durante l’apertura, un clima molto intimo di ricordi ed introspezione si è miscelato alla geografia della linea nuova, che transita, distinta e parallela, di fianco alla via “Nonno Dino”. In relazione alle molte emozioni ed ai pensieri afferenti, l’itinerario è stato ribattezzato “Panta Rei”, cioè “Tutto Scorre”.
All’attacco, nella grottella sotto un grande masso, è per altro fissata una targa con la denominazione in greco e la citazione dell’aforisma attribuito ad Eraclito, che esprime il concetto che ne genera il nome. «Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento, essa si disperde e si raccoglie, viene e và». (Eraclito).
Dopo la prima libera integrale, alla via sono stati aggiunti alcuni resinati, sia dal basso, sia dall’alto, per evitare lunghi tratti non proteggibili, e limitare i rischi oggettivi. Panta Rei è quindi una via di scalata “alpinistica”, elegante e da non sottovalutare.

Si tratta di un itinerario ibrido che racchiude diversi stili di scalata, sia moderni, sia classici, sul lavorato calcare finalese. La via è attrezzata solo in parte e nasce con lo scopo di permettere un po’ di avventura a chi sa già, o desidera imparare, a proteggere una salita. Il percorso, a partire da un piccolo camino in una grotticella, si snoda in una sequenza di placche, diedri, pance, e quinte in traverso, che sono chiodate in punti difficili da proteggere, e prive di fittoni ovunque si possa attrezzare con più facilità il percorso.
L’itinerario è stato ideato quindi anche come banco prova, per chi desidera una linea didattica dove testare o migliorare la propria capacità afferente, su gradi contenuti, ma assolutamente da non sottovalutare. Panta Rei è a tutti gli effetti una scalata di IV e V grado, abbastanza continua e sovente da proteggere, chiodata solo nei passaggi più impegnativi di V superiore e VI.
La prima parte dell’itinerario è più semplice, ma anche piuttosto terrosa. Rimarrà tale per un buon periodo. La seconda parte è più impegnativa, ma anche molto più soddisfacente ed entusiasmante.

Per maggiori info: www.christian-roccati.com


Accesso

Mediante l’autostrada Genova-Ventimiglia si esce a Finale. Dal casello si prosegue sino alla principale e si continua ancora in discesa a SX verso Final Borgo. Arrivati ad una rotonda rasoterra si svolta a SX attraversando il ponte di fronte alla porta storica del borghetto. Si continua a SX, su strada asfaltata verso Calice Ligure. Si prosegue, con il torrente a SX e le case a DX, per alcune centinaia di metri, lungamente, sino ad incontrare la brusca svolta a DX in salita verso la Rocca di Perti. Si risale tale deviazione, superando diversi tornanti, fino al punto in cui un divieto limita l’accesso alla vallata. Vi è spazio per posteggiare. La strada continua asfaltata e tortuosa per alcuni km sino al punto in cui termina, nel piccolo pianoro tra la parete nord della rocca di Perti ed la sud di Montesordo. Questo tratto è percorribile a piedi in discesa in una quindicina di minuti. È abitudine degli arrampicatori il proseguire in macchina giungendo allo spiazzo in 5 minuti. Data la discrezione degli scalatori, gli abitanti della vallata si dimostrano tolleranti. L’accesso ai veicoli dei non residenti resta però ufficialmente vietato.

Dallo spiazzo sterrato alla base della parete nord, s’imbocca a SX il sentiero che parte dietro la fontanella ed i tavoli da pic nic. La traccia è segnata con tre pallini rossi di raccordo FIE. In pochi minuti s’incrocia un primo bivio e si prosegue a SX, tralasciando la traccia che a DX porterebbe allo storico spigolo. Dopo poco s’incontra un secondo bivio, si abbandona il sentiero principale e si prosegue quindi a DX, in falso piano, sino ad una sorta di piccola radura. In questo punto attaccano la maggior parte delle vie della nord. Di fronte si può notare “Via col Vento” e subito a SX la traccia che porta in salita, sopra un masso, all’attacco di “Nonno Dino”. Ancora a SX si notano dei bolli rossi di raccordo su una traccia che s’insegue sopra ad un gradino roccioso. Fatte poche decine di metri, mentre il sentiero prosegue il suo percorso a sinistra, si piega a DX nella prima curva in prossimità di un masso e in cinque metri si giunge all’interno della grotta aperta da cui parte la via. Sul bordo esterno dell’antro è visibile la scritta “Panta Rei” a vernice rossa. (10 minuti)


Materiale

Per ripetere la via Panta Rei sono necessari 10 rinvii, diversi cordini e cordoni per attrezzare clessidre ed alberelli, nuts e friends medi e piccoli, moschettoni a ghiera e fettucce o cordoni di collegamento per le soste.


Discesa

Dalla sosta S5 dell'ultimo tiro si scavalca il muretto roccioso (passo di III°) e ci si trova già in traccia. Si rimontano 10 m a DX arrivando ad un sentiero.

- Se si continua a SX in discesa s'insegue una traccia nel bosco con tratti ripidi, che conduce al sentiero principale. Si continua su quest’ultimo ancora a SX, sino al bivio di partenza delle vie. Si continua in discesa sino al parcheggio.

- Se si prosegue a DX in salita si arriva in un minuto alla croce di vetta. Da essa si scende a SX seguendo il sentiero segnalato FIE (tre pallini rossi) sino al parcheggio.


Chiodatura

Attualmente sono presenti in via 18 fittoni resinati inox, più 8 fittoni resinati zincati da 10 per le soste.
Si evidenzia che la via di scalata ha caratteristiche alpinistiche oggettive. L’alpinismo e l’arrampicata sono attività potenzialmente pericolose, che ognuno effettua a suo rischio e pericolo. La via non è da sottovalutare e dev’esser ripetuta solo da persone esperte, che siano in grado di analizzarne le condizioni e la relativa attrezzatura al momento della ripetizione.


  • Falesia: -
  • Difficoltà: TD, 6a/VI (5+ obbl.)
  • Altezza: 250-390 / 135 m
  • Data Apertura: 2010
  • Bellezza:
  •    Latitudine
    Longitudine
    N 44.1942º
    E 8.3098º
  •    Latitudine
    Longitudine
    N 44.1952º
    E 8.3107º
  • Nota:
    Per maggiori info: www.christian-roccati.com

  • Aggiornato: 03/05/2012
  • Letture: 55290

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N. Tiro Nome Lung. Difficoltà Obbl.
1 L1 30 m V+ 4a+
Gr. Nota: (4+ obbl., 4 ch, possibili fettucce o cordoni su alberi, clessidre)
La via parte all’interno di un antro generato da un enorme masso erratico adagiato sulla parete dell'avancorpo. Si affronta un primo camino di 4 m, uscendo su un piccolo ballatoio. Si affronta la placca soprastante con passo di 5+ (2 resinati) e la si rimonta verso DX, (alberelli). Si vince un ultimo muretto, sempre stando in centro placca a DX (resinato). Si insegue un facile canale terroso (clessidra) che punta ad un ultimo risaltino ammanigliato (resinato), e si giunge in sosta in una nicchia a DX (sosta su 2 resinati da 10 mm).
2 L2 26 m V+ V
Gr. Nota: (5 obbl., 3 ch, possibili cordini in clessidre, fettucce o cordoni su alberi, friends e nuts)
Si traversa a SX per 2 m sotto il bordo strapiombante di una placca (resinato), e ci si ribalta a SX, passo di 5+, raggiungendo un piccolo ballatoio (alberello). Si prosegue su placca in verticale su buone prese (resinato) sino ad una pianta. Si traversa a DX, (clessidre), e si vince un bombé, continuando oltre un tronchetto (resinato). Si affronta quindi un diedro-camino, leggermente strapiombante (nuts o friends), e si esce in leggero strapiombo fra gli alberi. Si percorrono gli ultimi facili movimenti fino alla cengia ed alle due soste in comune con la via "Nonno Dino" (sosta su 2 resinati da 10 mm o 2 golfari da 10 mm).
3 L3 Raccordo 10 m II
Gr. Nota: Sentiero di collegamento con 1 passo di II sino, alla sosta in comune con "Nonno Dino" o su alberi. (Sosta non indispensabile). Freccia rossa di partenza e sigla "PR" a SX
4 L4 20 m 6a IV+
Gr. Nota: (5+ obbl., 3 ch, cordini su clessidre ed alberi) Ci si sposta leggermente a SX dell'evidente prua di roccia che si ha di fronte (freccia rossa) e si rimonta una placca verticale verso un albero (cordini eventuali su clessidrette). Si supera il breve passo di 6a (resinato) e ci si ristabilisce su "piattoni", raggiungendo un ballatoio (alberello). Si traversa in diagonale a SX, con iniziale passo tecnico e delicato, per una diecina di metri puntando verso un frassino (2 resinati). Si aggira l’albero raggiungendo la sosta (sosta su 2 resinati da 10 mm).
5 L5 23 m 6a V+
Gr. Nota: (5+ obbl., 5 ch, cordini su alberelli, nuts, friends). Dalla sosta si attacca il muretto seguente presso un accennato diedro (resinato). Si balza su una placchetta (possibili friends) e si continua in leggero strapiombo con ottima fessura (possibili nuts e friends medi). Si continua sino ad un tronchetto in fessura e si supera la placca alla sua DX (resinato). Si affronta quindi il pilastrino successivo abbastanza ostico (resinato) e si continua su facile placca (resinato) sino ad un ultimo pilastro con passo impegnativo (resinato). Usciti dal pilastrino si trova la sosta su piccolo, ma comodo, ballatoio. Dalla sosta si esce direttamente sul bordo di vetta della Rocca di Perti (sosta su 2 resinati da 10 m).